La differenza è la composizione chimica dei due materiali che genera diverse resistenze fisico-meccaniche. A prima vista una delle prime differenze che si nota è lo stato del materiale di origine. Il materiale termoplastico, si presenta sottoforma di granuli. Questi granuli finiscono nella pressa d’iniezione e con l’azione del calore (>200°C) vengono fusi, iniettati nello stampo freddo, solidificati secondo la geometria dell’impronta stampo ed infine il pezzo stampato viene estratto dallo stampo.
Si tratta, in sostanza, di un passaggio di stato fisico: da solido (granuli di partenza), a liquido (grazie al calore) e, infine, di nuovo solido (grazie al raffreddamento). È un processo reversibile, ovvero si può ristampare.
Un esempio di produzione può essere il serbatoio del liquido frenante per le motociclette: precisione dimensionale, alta resistenza agli agenti atmosferici e chimici, buona resistenza meccanica ed aspetto estetico.
Per quanto concerne il materiale termoindurente, si presenta invece sottoforma di composito, una massa di materiale fatta da resina e fibra (vetro o carbonio). Questo viene spinto freddo nello stampo caldo (>150°C) nel quale si trasforma chimicamente (reticolarizzazione) liquefacendosi e subito dopo solidificandosi secondo la geometria dell’impronta stampo in cui è stato spinto. Non si tratta, dunque, solo di un passaggio di stato fisico, ma soprattutto di una trasformazione chimica, tra l’altro irreversibile (non può più tornare allo stato di partenza per essere ristampato).
Di norma, per il termoindurente, vengono utilizzati due tipi di materiale di partenza:
Il BMC (Bulk moulding compound), materiale rinforzato con fibra di vetro o fibra di carbonio, si presenta come una massa omogenea (tipo “pongo”, per intenderci). Questo materiale presenta eccezionale stabilità dimensionale ad elevate sollecitazioni termiche e meccaniche.
Viene utilizzato, ad esempio, nel settore elettromeccanico (es. interruttori industriali a medio amperaggio) ed anche automotive: si pensi, ad esempio, ad alcuni componenti nella fanaleria di auto e moto
Esiste poi il materiale denominato SMC (Sheet moulding compound), materiale composito rinforzato con fibra di vetro o fibra di carbonio che si presenta in lunghi fogli arrotolati. Anche qui parliamo di un materiale con altissime proprietà termiche e meccaniche, ancor più alte del BMC grazie al processo di stampaggio a compressione con cui si producono i pezzi. Si pensi che è utilizzato, ad esempio, nella costruzione di interruttori industriali ad alto amperaggio e componenti strutturali ad esempio nel settore ferroviario.
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Giorgio Testa
giorgio.testa@ntsmoulding.com